Il processo di riciclo delle batterie
come ERP Italia può supportare le aziende italiane
Diverse chimiche di batterie richiedono differenti processi di riciclo. Affidarsi a un operatore qualificato come ERP Italia Servizi semplifica tutte le procedure operative e amministrative per le aziende e assicura il corretto trattamento e riciclo di pile e accumulatori esausti
ERP Italia Servizi è un intermediario autorizzato alla gestione di tutti i tipi di rifiuti, pericolosi e non, iscritto all’Albo Nazionale Gestori Ambientali Categoria 8C, che si avvale di una rete di trasportatori ed impianti certificati.
Attraverso la raccolta e il trattamento dei RAEE e delle, pile e accumulatori esausti, contribuisce al riciclo corretto di questi rifiuti, alla riduzione dell’impatto ambientale e alla conservazione delle risorse naturali. Il suo impegno quotidiano nell’attuazione dell’Economia Circolare garantisce sia il riuso della materia prima, sia un’ottimizzazione e un risparmio delle risorse a disposizione.
Le batterie sono dispositivi di immagazzinamento e di rilascio dell’energia estremamente complessi e vari, per dimensione, composizione chimica, geometria, utilizzo. Attualmente, sono in commercio numerose tipologie di batterie, generalmente classificate sulla base della tipologia di “materiale” attivo che consente la “generazione elettrica”, ovvero dalle ioni di litio a quelle al piombo fino a quelle allo stato solido. Oltre a queste categorie principali, una stessa “chimica” di può annoverare diverse sotto tipologie, come nel caso delle Batterie agli Ioni di Litio: LCO (Litio-Cobalto-Ossido), prevalentemente usate nell’elettronica di consumo come laptop, tablet, telefonia e NMC (Nickel Manganese Cobalto), estensivamente usate per la mobilità elettrica, LFP (Litio-Ferro-Fosfato) molto utilizzate nel campo dello “storage energetico” e attualmente in diffusione anche nel settore automotive. Questa ampia varietà richiede l’applicazione di differenti processi di riciclo.
In generale, i primi processi di riciclo “funzionale” alla circolarità dell’industria dell’accumulo risalgono ai processi di riciclo degli accumulatori al Piombo. Generalmente il processo inizia con lo scassettamento, cioè la rottura dell’involucro di plastica, che costituisce il 10% dei materiali. Questo involucro viene lavato dagli acidi e poi ridotto volumetricamente per essere riutilizzato nella produzione di nuovi accumulatori. Un’altra parte importante della batteria che viene recuperata è l’elettrolita, composto prevalentemente miscele acquose di acido solforico, che costituisce un ulteriore 10% dei materiali. Infine, vi è il “materiale attivo”: ovvero il piombo (20/40%) che, finalmente può essere avviato, dopo i processi precedenti di purificazione e raffinazione da materiali vari ferrosi e non, a processi termici o chimici per essere reinserito all’interno di nuove batterie.
Nelle più moderne batterie al Litio, le componenti più critiche a livello economico sono rappresentate dai materiali attivi che compongono gli elettrodi, ovvero il catodo e l’anodo, composti da sali/ossidi misti di Litio ed altri metalli (Ni., Mn, Co, Fe etc.) e grafite, nonché dai connettori (anodici o catodici) prevalentemente composti da Rame ed Allumino, e dai “separatori” polimerici che rappresentano il 45% dei materiali componenti l’unità “cella”. Il peso complessivo dell’unità d’accumulo al Litio è costituito da elementi “strutturali” (Casing) e funzionali (connettori e plug), composti da materiali metallici (alluminio, acciaio) e plastiche (e.g.: Poliammide, Policarbonati etc.).
Per ottenere materiali attivi, potenzialmente riutilizzabili alla costruzione di nuove batterie, sono necessari processi aggiuntivi di raffinazione e purificazione, atti al completamento del recupero. Nelle batterie al piombo è necessaria la fusione del pastello di piombo, che grazie agli ormai consolidati processi di riciclo, per questa tipologia, permette il recupero fino al 95% dei materiali, mentre, per quanto riguarda le batterie al litio ci sono fattori che rendono il processo di riciclo più complicato come per esempio il disassemblaggio del pacco batterie, a causa delle numerose componenti che le compongono, oppure lo stato di “carica” residuale, elemento fondamentale per la gestione della “sicurezza” delle operazioni di stoccaggio, disassemblaggio, dei processi di macinazione e sorting preliminare ai processi chimici o chimico fisici di raffinazione.
La complessità di questa tipologia di batteria e le varie chimiche impattano anche sulla percentuale di recupero dei materiali. Il mercato del riciclo si sta concentrando, in particolare, sulle litio LCO, utilizzate in dispositivi portatili, e sulle NMC, utilizzate nell’automotive, per la loro ampia diffusione e presenza di materie prime preziose come cobalto e nichel, che, se recuperati, assumono un valore economico significativo.
Il riciclo delle batterie, pur essendo estremamente complesso, evita la dispersione nell’ambiente di materiali tossici. In particolare, le batterie al nichel-cadmio e al piombo sono estremamente dannose a causa della loro potenziale dispersione e accumulo nelle falde acquifere e nei terreni, oltre ai devastanti effetti sulla salute umana. Il riciclo di queste batterie gioca un ruolo fondamentale e contribuisce a trasformare la nostra economia da lineare a circolare, salvaguardando l’ambiente e assicurando il riutilizzo dei materiali presenti all’interno.
Vista l’importanza e la complessità del processo di riciclo delle batterie è fondamentale che le aziende si affidino ad operatori qualificati, come ERP Italia Servizi, in grado di supportarli correttamente nella gestione di questa tipologia di rifiuto.
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