R.E.N.T.Ri: Registro Elettronico Nazionale Tracciabilità Rifiuti

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La normativa precedente

Prima dell’introduzione del Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti (R.E.N.T.Ri), il sistema di tracciamento dei rifiuti era gestito tramite SISTRI (Sistema di Controllo della Tracciabilità dei Rifiuti), istituito inizialmente nel 2009. Il SISTRI si proponeva di semplificare e rendere più trasparente la gestione dei rifiuti attraverso tecnologie digitali, ma si è rivelato inefficace e complesso per le aziende. A partire dal 1° gennaio 2019, il SISTRI è stato soppresso, lasciando una lacuna nella gestione centralizzata dei rifiuti e imponendo la ricerca di nuove soluzioni per la tracciabilità dei dati ambientali.

Le novità normative

Il nuovo sistema R.E.N.T.Ri è stato introdotto nel contesto normativo italiano tramite il Decreto-Legge 14 dicembre 2018, n. 135 e ulteriormente definito dal Decreto Ministeriale 59/2023 e successivi decreti direttoriali, come il Decreto Direttoriale 97/2023 e 143/2023. Il sistema prevede un Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti, gestito dal Ministero dell’Ambiente, e obbliga diverse categorie di soggetti a iscriversi e a tenere un registro digitale della produzione, gestione, e smaltimento dei rifiuti.

Le implicazioni per le aziende

Le aziende obbligate all’iscrizione comprendono quelle che gestiscono rifiuti pericolosi e non pericolosi derivanti da attività industriali e artigianali. L’introduzione del R.E.N.T.Ri implica costi operativi e amministrativi, ma anche la possibilità di un maggiore controllo e trasparenza nella gestione dei rifiuti. Ogni azienda deve aggiornare mensilmente il registro di carico e scarico e trasmettere i dati al sistema nazionale, aumentando la complessità gestionale.

Le sanzioni

Il regime sanzionatorio previsto dal R.E.N.T.Ri, regolato dall’articolo 258 del Decreto Legislativo 152/2006, impone multe amministrative. Per esempio, da 500 a 2.000 euro per la mancata iscrizione o per il mancato aggiornamento dei registri relativi ai rifiuti non pericolosi, e da 1.000 a 3.000 euro per i rifiuti pericolosi. Le sanzioni possono essere ridotte se l’iscrizione avviene entro 60 giorni dalla scadenza.

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